lunedì 25 aprile 2011

MARCO CORINALDESI, RIFLESSIONE SULLA BIBBIA:


Conoscere la Bibbia è certamente importantissimo, poiché essa rappresenta senza dubbio, uno dei più sorprendenti documenti etici di ogni tempo. Non conoscerla e lo dico senza presunzione, è in un certo senso dimenticare le radici della filosofia, dell’architettura, dell’arte, della poesia, della letteratura.
Ho avuto da sempre la convinzione che la Genesi, non fu scritta per spiegare il “processo” della creazione, ma soprattutto è stata scritta per aiutarci a comprendere lo “scopo” della creazione.
Infatti, gli autori hanno narrato la creazione del mondo in sette giorni, senza tuttavia saperne nulla. Faccio alcuni esempi: raccontavano che Dio creò la luce il primo giorno, e il sole nel quarto, che la terra fosse piatta anziché tonda e circondata dalle acque.
Sono però altrettanto convinto, che gli autori intuirono la natura dell’uomo, la nostra natura.
Sapevano che, comunque la natura di noi comuni mortali è divisa; conoscevano i nostri conflitti interiori; avevano intuito che possiamo anche amare i nostri fratelli e in contempo odiarli; Conoscevano gli impulsi che ci spingono a commettere violazioni nei confronti degli altri;
Erano informati delle nostre paure nell’essere mortali; degli sforzi che facciamo per vivere con le nostre incertezze, la solitudine, e anche la nostra avidità; Conoscevano i nostri punti deboli e anche quelli forti; sapevano che spesso non siamo le persone che vorremmo essere o che dovremmo essere.
Ecco, perché vale la pena di consultate la Genesi.
Ovviamente, c’è chi crede, e chi non crede alla bibbia, c’è chi sostiene che quanto scritto sia un’eresia, e inversamente c’è chi afferma che tutto sia vero così com’é.
Il “dubbio” e la “fede” non sono tra loro incompatibili, come invece sostiene chi prende la Bibbia alla lettera. Coloro che agisco senza avere mai dei dubbi fanno veramente paura.
Anche se, a mio avviso, c’è più fede in dubbio onesto che in molte certezze.
La Bibbia spesso e volentieri, è stata usata dalle mani spagliate, come ad esempio, nel caso dei padroni degli Stati americani del sud prima della guerra civile, che ne traevano citazioni a difesa della schiavitù.
Ancora oggi, assistiamo a guerre, conflitti, conflagrazioni e ostilità nel nome della religione, forse proprio perché nella Bibbia ci sono alcune pagine che contengono abbastanza odio, violenza e avvolte anche fanatismo.
Tuttavia, sono un credente alla mia religione con convinzione, ma sono altrettanto convinto che mai si fa il male così integralmente, briosamente e disinvoltamente come quando lo si fa per convinzione religiosa.
Per questo, confermo che la religione, è un bene per le persone buone e un male per le persone cattive.
Questa è la mia riflessione.

Marco Corinaldesi


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